I signori della droga di Rogoredo hanno in mano anche Lodi 

Da Rogoredo a Lodi fino a Piacenza: una delle piazze dello spaccio più grandi d'Italia è in mano alla famiglia Mansouri.

I signori della droga di Rogoredo hanno in mano anche Lodi 
Pubblicato:
Aggiornato:

E' arrivato fino a Lodi, l'ha conquistata e poi è andato avanti, raggiungendo e prendendosi anche Piacenza: così il clan Mansouri, partendo da Rogoredo, ha in mano la piazza di spaccio più grande d'Italia. 

I signori della droga di Rogoredo hanno in mano anche Lodi 

Gli arresti e le indagini effettuate dai Carabinieri negli ultimi mesi sono solo la scoperta della punta di un iceberg di cui ancora non si conoscono neppure le reali dimensioni. Il clan Mansouri ha origini lontane, africane: una delle famiglie di spacciatori più importante d'Italia viene dal Marocco, da un piccolo paese in provincia di Khouribga. Secondo una parziale ricostruzione della struttura del clan, ai vertici della piramide che controlla anche Lodi ci sono almeno una ventina di persone che portano lo stesso cognome e la loro attività è iniziata almeno un decennio fa, quando i primi della banda sono stati arrestati dalle forze dell'ordine per spaccio. Era il 2007.

La scorsa settimana Hazim Mansouri, spacciatore della famiglia malavitosa, è stato arrestato dopo essere stato trovato in possesso di eroina e cocaina. Grazie a lui gli inquirenti sono riusciti a trovare 5 kg di droga in una cascina abbandonata poco dopo al luogo dell'arresto: scoperta che ha portato, oltreché al sequestro delle sostanze, anche ad una vera e propria situazione di crisi d'astinenza collettiva. Decine di tossicodipendenti disperati perchè privi degli spacciatori che quotidianamente assicuravano la droga. Segno, questo, di un totale monopolio del clan Mansouri nella zona di Milano Sud e Lodi. 

Il vertice della piramide del clan Mansouri

E' "lo zio" il capo di tutti e di tutta la droga che circola nella zona: vero nome Abdelghani Mansouri, di 42 anni 15 dei quali vissuti in Italia. Come riportato dal quotidiano "La Repubblica", le sue piazze si espandono dal parco di Rogoredo, a fuello delle Groane a quello di Fiorenzuola d'Arda, in provincia di Piacenza. 

Sono decine e decine i nomi inseriti nella lunga lista degli spacciatori, dei contabili, dei venditori e dei "commerciali" che collaborano per e/o con il clan per spartirsi una delle piazze della droga più importanti e vaste d'Italia. Ma non sono nomi tutti africani: gli italiani ci sono e si accontentano delle briciole lasciate dagli africani. La maggior parte dei soldi - parliamo di milioni - finisce infatti in Marocco, nelle tasche della famiglia. A chi lavora qui e non ne fa parte va solo un misero guadagno per la manovalanza fornita: fare da guardia agli ingressi dei parchi dello spaccio, mettere a disposizione la propria auto per trasportare la droga, mettersi a disposizione per fare da autista dello "zio", pulire i laboratori dove vengono tagliate e confezionate le dosi da vendere a basso prezzo. Altri sono al servizio del clan semplicemente per poter continuare a fare ciò che permettere loro di vivere: potersi drogare. In ogni caso chi non fa parte del clan si spartisce solo gli avanzi di ciò che la potente e violenta famiglia africana guadagna. 

LEGGI ANCHE: Altri due arresti nel boschetto della droga di Rogoredo

Bonifica dei carabinieri al boschetto della droga di San Donato VIDEO

TORNA ALLA HOME

 

Seguici sui nostri canali