Politica Agricola Comunitaria, Baffi: "Non devono essere gli agricoltori a pagare la Brexit"

Il Consiglio regionale della Lombardia ha discusso e approvato una risoluzione per evitare il taglio dei fondi Pac destinati all’Italia.

Politica Agricola Comunitaria, Baffi: "Non devono essere gli agricoltori a pagare la Brexit"
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Politica Agricola Comunitaria, Baffi: "Non devono essere gli agricoltori a pagare la Brexit"

Politica Agricola Comunitaria

Il Consiglio regionale della Lombardia ha discusso e approvato, a larghissima maggioranza, ieri pomeriggio, una risoluzione che impegna la Giunta ad attivarsi nei confronti del Governo e dell’Unione europea per evitare il taglio ipotizzato dei fondi Pac, la Politica agricola comunitaria, destinati all’Italia.

“Questo taglio è un errore che va evitato, non è giusto che gli agricoltori paghino le ricadute della Brexit spiega la vice capogruppo del Pd in Regione Patrizia Baffi e componente della commissione Agricoltura –. L’agricoltura deve essere sostenuta e rafforzata e la Pac non deve essere un salvadanaio dal quale attingere”.

Il Pd è contrario a tagliare le risorse delle Politiche agricole comunitarie, ha aggiunto Piloni, “e sostiene la battaglia che sta portando avanti il vicepresidente della Commissione Agricoltura Ue Paolo De Castro. Per questo ha proposto e ottenuto un emendamento alla risoluzione, già approvato nella nostra Commissione Agricoltura, che individua nella analoga commissione europea il luogo in cui portare avanti questa istanza”.

Evitare il taglio stimato del 5%

"La discussione è aperta - aggiunge Baffi - ma non sarà affrontata prima delle elezioni europee del 2019. È però bene essere chiari fin da subito ed evitare il taglio stimato del 5% che, se approvato, significherebbe per l’agricoltura 20 miliardi di euro in meno in sette anni. Mi piacerebbe – conclude Baffi – che la Regione facesse però di più per l’erogazione della Pac alle imprese lombarde, che è di sua competenza. Ricordo in proposito che la Lombardia a oggi ha erogato il 16,38% delle risorse del Piano di sviluppo rurale ed è all’undicesimo posto tra le regioni italiane, dopo Sicilia e Calabria. Lavoriamo tutti, quindi, per evitare i tagli, e con la stessa determinazione rendiamo più efficiente la distribuzione delle risorse”.

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